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  • Isaia 54,7

    di Erika Tomassone

    «Per un breve istante io ti ho abbandonata, ma con immensa compassione ti raccoglierò
    Un matrimonio naufragato: ecco l’immagine che troviamo nella seconda parte del libro del profeta Isaia per parlare della relazione fallita tra Dio e il suo popolo all’epoca dell’esilio in Babilonia. Così Gerusalemme distrutta dai Babilonesi, è come una donna dell’epoca antica che, poiché lo sposo si è ritirato dalla relazione, si trova nella più disperata delle situazioni: abbandonata a se stessa. Le immagini dell’abbandono, dell’assenza dello sposo, si dilatano e il popolo è come una donna ripudiata, senza figli, vedova.

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  • Luca 9,62

    di Erika Tomassone

    «Nessuno che abbia messo mano all’aratro e poi volga lo sguardo indietro è adatto al regno di Dio»
    Seguire Gesù è iniziare una vita nuova, è come partire per un viaggio. Per i discepoli di Gesù questa era un’esperienza concreta: il maestro era itinerante, seguirlo significava letteralmente abbandonare le proprie occupazioni, la propria famiglia e andare dietro di lui per le strade della Palestina. La chiamata alla fede nel Dio di Gesù Cristo, mette su una via, è percorrere una via, appartenere al regno di Dio

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  • Isaia 58,6-7

    di Erika Tomassone

    «Il digiuno che io gradisco non è forse questo: che si spezzino le catene della malvagità, che si sciolgano i legami del giogo, che si lascino liberi gli oppressi e che si spezzi ogni tipo di giogo?...»
    Tutto da ricostruire a Gerusalemme! La terza parte del libro del profeta Isaia, vede così il ritorno degli esiliati da Babilonia. Ma non basta essere finalmente ritornati alla terra della promessa, e riprendere il culto, in particolare il digiuno segno di pentimento, memoria dell’evento traumatico della fine di una certezza: l’inviolabilità di Gerusalemme, città della presenza del Signore.

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  • Matteo 25, 40

    di Erika Tomassone

    «In quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, lo avete fatto a me
    La promessa della piena manifestazione futura del regno di Dio, comporta uno svelamento. Verrà svelato il senso dell’agire umano con il criterio della sua conformità all’azione di Dio verso di noi. Gesù ha infatti presentato la volontà di Dio come un invito ad entrare nel sistema della gratuità e del dono. Dio ci chiama indipendentemente dalle nostre qualità e dona sovrabbondante possibilità di vita.

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  • Giovanni 8,16

    di Erika Tomassone

    «Anche se giudico, il mio giudizio è veritiero, perché non sono solo, ma sono con il Padre che mi ha mandato»
    Ma allora, un giudizio viene pronunciato! Non è vero dunque che il Dio di Gesù Cristo non ci giudica. La parola di Gesù va compresa nell’economia dell’incontro con la donna adultera. Se pure con grande travaglio, Gesù si è espresso chiaramente. Ha preso posizione, ha giudicato. Ha rinunciato a chiudersi in un silenzio ambiguo. Non ha espresso un’opinione relativa che ne vale un’altra, anch’essa possibile.

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